Osteopata ed Osteopatia nel concetto TFI
Sul web si trovano moltissimi articoli tra loro simili che tentano di raccontare la storia e spiegare cosa sia l’Osteopatia. Evito di ripetere quanto già si trova ripetutamente su internet e cerco, per quanto mi sia possibile, di dare un’idea al lettore riguardo a questa disciplina che mi ha appassionato, fino a farne una professione, secondo il mio punto di vista.
Da ragazzo, in terza media, dopo una lezione di scienze trafugai un teschio dall’ossario del cimitero e per questo fui condannato a 5 anni di condizionale dal Tribunale dei minori di Firenze. Adesso, ogni volta che maneggio un cranio di plastica (perché in Italia non si può fare diversamente) durante le lezioni relative ai nostri corsi, mi torna in mente quella traumatica esperienza che coinvolse non poco la mia famiglia.
La storia del Medico americano Andrew Taylor Still (1828-1917), fondatore dell’Osteopatia, per certi versi mi ricorda quella di un altro Medico che in ordine di tempo lo ha preceduto, il Dott. Christian Friedrich Samuel Hahnemann fondatore dell’Omeopatia.
Di seguito alcune citazioni del Dott. Still che possono dare già da sole un quadro della disciplina:
Ho pensato che l’osso, osteon, fosse il punto da cui dovevo partire per accertare la causa delle condizioni patologiche e così ho messo insieme “osteo” con “patia” e ho ottenuto Osteopatia.
L’osteopatia è la regola del movimento, della materia e dello spirito, dove la materia e lo spirito non possono manifestarsi senza il movimento; pertanto noi osteopati affermiamo che il movimento è l’espressione stessa della vita.
L’osteopatia è quella scienza che consiste nell’esatta, esaustiva, e verificabile conoscenza della struttura e del funzionamento del meccanismo umano, anatomico, fisiologico e psicologico, compresa la chimica e la fisica dei suoi elementi, in quanto ha reso evidenti leggi organiche certe e risorse riparatrici all’interno del corpo stesso.
Sono sempre riuscito a trovare tutti i rimedi ben in vista, sullo scaffale più accessibile del magazzino dell’infinito: il corpo umano.
Io credo che Dio non abbia fatto alcun errore, credo che sia stato l’uomo a sbagliare quando si è assunto la responsabilità di iniettare sostanze velenose nel corpo umano come rimedio contro la malattia, invece di applicare le leggi della creazione fino alla fine. E’ qui che l’osteopatia e la medicina si separano.
Il corpo umano è la farmacia di Dio ed ha in sé tutti i liquidi, farmaci, oli lubrificanti, oppiacei, acidi ed antiacidi, e tutti i tipi di farmaci che la saggezza di Dio ha pensato necessari alla felicità dell’uomo ed alla sua salute.
“Non vi è differenza reale tra la struttura e la funzione; sono le due facce della stessa medaglia. Se la struttura non ci dice qualcosa sulla funzione, ciò significa che non l’abbiamo guardata in maniera corretta”
Still, terzo figlio di un Medico, apprende l’arte della Medicina proprio dal padre, egli ha inoltre l’opportunità di conoscere antiche pratiche di mobilizzazione articolare e dei tessuti praticati dagli indigeni della sua terra. Still visse infatti per 22 anni nella riserva indiana della tribù Shawnee dove collaborò con il padre nella cura degli indiani di cui imparò anche la lingua.
Per certi versi anch’egli deluso dalla “Medicina Ufficiale”, come Hahnemann, ha delle intuizioni che lo portano a sviluppare quelle teorie che daranno vita all’Osteopatia. L’inquadramento che Still da in estrema sintesi all’Osteopatia é:
L’osteopatia è quella scienza che consiste nella conoscenza della struttura e delle funzioni del corpo umano e ciò consente, tramite trattamenti osteopatici, di lavorare in armonia con la natura per ripristinare gli equilibri normali e ritrovare lo stato di salute.
Una definizione che ben si armonizza con quella che Hahnemann fa dell’Omeopatia:
l’Omeopatia non punta alla guarigione della malattia, che è solo un sintomo del disordine interno dell’organismo, ma alla guarigione dell’individuo nella sua integrità e individualità.
In Still si riconosce una mente poliedrica e geniale che per certi versi ricorda quella del grande Leonardo Da Vinci. Infatti dopo aver studiato Medicina ed aver affiancato il padre in questa “missione”, Still è affascinato dalla tecnologia, dalla meccanica, e per questo studia per cinque anni anche da ingegnere. Il duro lavoro dei campi e la conduzione della fattoria lo inducono a inventare nuovi mezzi meccanici che possano facilitare il lavoro dell’uomo. Inventò una falciatrice per la raccolta del frumento e una zangola per produrre il burro. Fu tra i promotori della costruzione di una segheria alimentata a vapore, che per cinque anni servì a produrre il legno per la costruzione dell’Università di Baldwin, e di altri edifici necessari per curare coloro che venivano contagiati dalle epidemie di vaiolo e colera.
L’arruolamento nell’esercito e la partecipazione a sanguinosissime guerre come Medico militare permisero a Still un’esperienza sul campo irripetibile, infatti l’osservazione dell’anatomia teorica studiata sui libri si concretizza nella dissezione di cadaveri.
Una definizione più o meno istituzionale ci può aiutare a comprendere meglio.
L’osteopatia è un sistema di diagnosi e trattamento che pur basandosi sulle scienze fondamentali e le conoscenze mediche tradizionali (anatomia, fisiologia, etc..) non prevede l’uso di farmaci né il ricorso alla chirurgia, ma attraverso manipolazioni e manovre specifiche, si dimostra efficace per la prevenzione, la valutazione ed il trattamento di disturbi che interessano non solo l’apparato neuro-muscolo-scheletrico, ma anche cranio-sacrale (legame tra il cranio, la colonna vertebrale e l’osso sacro) e viscerale (azioni sulla mobilità degli organi viscerali).
Inoltre, a differenza della medicina tradizionale allopatica, che concentra i propri sforzi sulla ricerca ed eliminazione del sintomo, l’osteopatia considera il sintomo un campanello di allarme e mira all’individuazione della causa alla base della comparsa del sintomo stesso.
Un aneddoto racconta che nel 1838 all’età di 10 anni Andrew Taylor Still ebbe modo di sperimentare un riflesso di inibizione di cui avrebbe compreso il significato solo dopo i lunghi studi in Medicina. Si racconta che colpito da un forte mal di testa, tese una corda tra due alberi su cui poggiò una coperta a protezione, dopo di che si sdraiò poggiando la base del cranio sulla coperta. Il cuscino ondeggiante permise al ragazzo di addormentarsi e al suo risveglio il mal di testa era scomparso. Solo molti anni più tardi, dopo aver acquisito una forte conoscenza in anatomia e fisiologia comprese il significato di quello stimolo.
Al fine della corretta contestualizzazione è bene sapere che, come la maggioranza delle Medicine Non Convenzionali, anche l’Osteopatia viene duramente attaccata da quella parte della “scienza ufficiale” molto connessa con il sistema Aziendale della Sanità e quindi molto attenta al profitto.
D’altra parte Still si esprime in maniera inequivocabile sulla produzione e commercializzazione dei prodotti chimico-farmaceutici: “Chiamiamolo commercio, perché l’uso dei farmaci non è una scienza”…..…“nella maggior parte dei casi, quando il cacciatore della salute somministra un farmaco, prescrive una dose per la guarigione e nove per i dollari!”
Chiaramente la visione e la pratica come Terapia Fisica Integrata, pur essendo molto orientata e critica nei confronti del profitto sulla salute, si pone in maniera più aperta secondo il principio che il sapere è unico e che il dividerlo porta ad una inutile perdita di una parte di esso. La nostra formazione (Fabrizio e Fabiola) spazia in varie aree riguardanti la salute dell’individuo e punta ad utilizzare ogni freccia a disposizione nella nostra faretra, sempre molto attenti a non cadere nella mera manipolazione commerciale.
Il nostro atteggiamento nei confronti delle persone che si affidano a noi per l’aiuto nella risoluzione di alcune problematiche di salute è molto simile al simpaticissimo Detective Hercule Poirot della famosa scrittrice Agatha Christie. In definitiva non focalizziamo la nostra attenzione solo sul sintomo, che l’Osteopatia considera un campanello di allarme, ma continuiamo a chiedere, valutare, testare, alla ricerca di chi e che cosa abbia causato quel sintomo. La nostra formazione è cresciuta attraverso tante strade diverse, le quali ci hanno dato tanto e a cui non vogliamo rinunciare assolutamente in nome di quell’atteggiamento “purista” che spesso limita molti professionisti delle MNC. Questo ci porta ad utilizzare tutte le armi in nostro possesso in un ragionamento coordinato, che i principi dell’Osteopatia, dell’Omeopatia, dell’Omotossicologia, sovrapponibili ad altre discipline, ma anche della stessa Allopatia, ci permettono di mantenere lucido ed efficace.
Naturalmente lontano ogni delirio di onnipotenza, anzi deve essere sempre presente nella mente del buon Osteopata e di ogni buon Terapeuta l’immensa difficoltà che ogni patologia comporta.
Da un punto di vista Osteopatico, quindi, cos’è che limitando un movimento porta una parte del corpo ad entrare in sofferenza? – È proprio quella “limitazione” a cui inizialmente è stata data poca importanza ma che nel tempo ha sortito i suoi effetti. Nel gergo Osteopatico quella limitazione prende il nome di “restrizione di mobilità”, questa restrizione fa riferimento ad un tessuto fino a pochi anni fa poco considerato e poco studiato, il tessuto connettivo. Ed a proposito delle fasce connettivali è importante tentare di farne comprendere l’importantissimo ruolo di comunicazione e regolazione.
Dal punto di vista anatomico, le fasce connettivali avvolgono e contengono tutte le strutture corporee, le quali si trovano quindi ad essere contigue e meccanicamente interdipendenti. Da un punto di vista fisiologico, la sinergia delle funzioni corporee è facilitata dai sistemi nervoso e circolatorio, che consentono la comunicazione e l’interazione fra i vari apparati del corpo. Inoltre, sappiamo che i sistemi endocrino, immunitario e muscolo-scheletrico interagiscono, riflettono e rispondono ad ambienti ed eventi interni ed esterni come un’unità integrata. Questi concetti, molto ben descritti dalla PNEI, suggeriscono che sia gli stati di salute che le alterazioni della fisiologia sono intimamente connessi a fattori fisici, mentali, emotivi e spirituali. Quando un componente è sottoposto a tensione o è alterato, anche altri vengono colpiti e reagiscono di conseguenza. Un danno o uno squilibrio in un’area alterano struttura e funzione in tutto l’organismo e si fissano sul tessuto connettivale. Proprio il Dott. Selye in uno studio approfondito dello stress parla di come le tensioni muscolari si strutturino. Per la comprensione di questa relazione sono basilari le intuizioni secondo cui lo stress è uno stato fisico aspecifico, che induce patologie nell’uomo con le relative conseguenze e sottolinea che la causa principale della sindrome da stress è da ricercarsi proprio in un’alterazione del tessuto connettivo e, in particolare, delle fasce, cosicchè lo stress si autoalimenta in una catena infinita e degenerativa.
Attraverso la comprensione di questo principio fondamentale di unità del corpo l’Osteopata deve trasformarsi in un abile detective in grado di valutare i segni ed i sintomi per risalire alla causa primaria. Solo così potrà aiutare il paziente ad avviare l’importante processo di “autoguarigione” ripristinando l’equilibrio nella sua interezza e nel contesto della sua vita.
All’interno del mondo osteopatico si parla di Osteopatia strutturale, Osteopatia fasciale, Osteopatia viscerale, Osteopatia Cranio-Sacrale, tutte queste branche che si sono integrate nell’arco degli anni sulla base creata dal Dott. Still lavorano prevalentemente sulle restrizioni di mobilità di varie parti del corpo specifiche. La mia piacevole esperienza triennale come auditore nella formazione omotossicologica mi ha permesso di comprendere molte similitudini tra le varie Medicine Non Convenzionali, dove la pulizia (drenaggio) e la normalizzazione strutturale del tessuto connettivo stanno alla base di gran parte della salute.
Come tutte le MNC anche l’Osteopatia guarda al corpo nel suo insieme cercando di includere tutti gli aspetti della vita del paziente: psicologici, ambientali, strutturali ecc., l’unità del corpo/mente è quindi una base da cui non è possibile prescindere. Un altro principio fondamentale e peculiare dell’Osteopatia è la Relazione tra struttura e funzione, questa stretta relazione è basilare sia nella diagnosi che nel trattamento. In ultimo ma assolutamente non ultima è la capacità di “autoguarigione” del corpo che inquadra il Terapista come colui che aiuta la natura nel processo di guarigione.
Il Dott. Still scrisse: “Non ritengo esser l’autore di questa scienza, nessuna mano umana ne ha disposto le sue leggi; non chiedo onore più grande che averla scoperta“, anche perché “i principi meccanici su cui l’Osteopatia si basa sono vecchi quanto l’universo.”
L’esperienza che Still ha saputo sviluppare grazie ai suoi lunghi studi sia nel campo medico che ingegneristico partono dalle antiche pratiche dei popoli indigeni, un’esperienza di cui raramente si parla.
Nonostante la prima raccomandazione di Still sia rivolta allo studio meticoloso dell’anatomia, della fisiologia e della biomeccanica del corpo, egli definisce l’Osteopatia una filosofia, una scienza e un’arte. Dal punto di vista filosofico contempla il concetto di unità del corpo dove struttura e funzione sono una conseguenza dell’altra. Dal lato scientifico prende in considerazione la biologia, la chimica e la fisica sia in relazione al mantenimento della salute che alla cura. L’arte che deriva dalla conoscenza e dall’esperienza si sviluppa nella pratica di tutte le branche dell’osteopatia. L’organismo umano possiede la capacità far fronte agli stress ambientali su cui basa il mantenimento della propria salute, esso può ampiamente compensare gli effetti nocivi dello stress quotidiano come di quello acuto di varie occasioni che fanno parte della vita.
Quando questa capacità di reazione viene meno, o viene superata dalle influenze negative, inizia la malattia. Molte disfunzioni del sistema muscolo-scheletrico nell’Osteopatia vengono considerate tra i maggiori responsabili dell’indebolimento dell’organismo.
L’Osteopata consapevole dell’influenza degli stress ambientali e delle loro conseguenze effettua test, valuta ed elabora un approccio terapeutico finalizzato al ripristino e recupero della normalità.
Dalla visione TFI sull’Osteopatia.